L'ALVEARE D'ORO (Vizi privati & Pubblici profitti). EURO 15,00

1992. F.to 11x16 cm, 64 pagg., 30 xilo, lingua: it, stampa: nero e oro in polvere.

Scritta da Bernard de Mandeville (vissuto fra il 1670 e il 1733) la "Favola delle Api" pubblicata agli inizi del Settecento non potrebbe essere più attuale. Pungente per definizione e riproposta in una libera traduzione narrativa, questa favola torna oggi fra le pagine di "L'Alveare d'Oro". Alla fiducia volta verso una naturale armonia, Mandeville contrappone una visione realista, ben evocata nel sottotitolo: "Vizi privati e pubblici profitti". Per spiegare come ambizione e cupidigia possano contribuire al funzionamento e alla crescita di una società civile, seguono alcune riflessioni di Mandeville che sembrano ritrarre una società. Quella attuale.

C'era una volta un alveare spazioso e ben rifornito di api che vivevano nell'agio e nel lusso, famoso tanto per le sue leggi e il suo esercito, quanto per i suoi sciami pronti e vasti: era ritenuto la culla delle scienze e dell'industria. Non vi erano api meglio governate, più incostanti o meno soddisfatte: non erano schiave della tirannia, né governate da una democrazia selvaggia, ma da re che non potevano far torti, poiché il loro potere era limitato da leggi.
Questi insetti vivevano come gli uomini e la loro società includeva le nobili mansioni del cavaliere e dell'avvocato; ma avevano membra tanto minute che le loro ingegnose opere sfuggivano alla vista dell'uomo. Eppure non abbiamo in questo mondo macchine, lavoratori, navi, castelli, armi, artigiani, mestieri, scienze, strumenti o negozi di cui loro non avessero l'equivalente e, dal momento che non conosciamo la loro lingua, li dovremo chiamare con gli stessi nomi che usiamo per i nostri. C'erano...

Gli Avvocati, che con la loro arte andavano sviscerando cause e fomentando liti, intervenivano in tutti i registri in modo che gli imbrogli con le proprietà ipotecate dessero più lavoro: divenne illegale per tutti sapere cosa si possedeva senza ricorrere a una Causa. Di proposito essi tenevano lontane le udienze per accettare sottobanco le parcelle anticipate e, per difendere una causa ingiusta, guardavano e riguardavano le leggi, come fanno i ladri con le case e le botteghe per scoprire dove è meglio aprirsi un varco.

I Dottori anteponevano fama e ricchezza alla propria abilità o alla salute languente dei pazienti. La maggior parte, invece dei rimedi, studiava come assumere sguardi seri e pensierosi e un portamento austero per conquistarsi il favore del farmacista, la lode delle levatrici, dei sacerdoti e di quelli che aiutavano alle nascite 0 ai funerali; per sopportare tutta la massa di petulanti e prestare ascolto alle prescrizioni della zia e della moglie; per adulare famiglie intere con un formale sorrisetto e un cortese “Come sta?”...



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